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Metodi di analisi di mercato

La domanda e l'offerta

La legge della domanda e dell'offerta

La legge della domanda e dell'offerta (in ingl.: supply and demand) è uno dei cardini dell'economia. Essa determina il processo con cui si determina il prezzo di un bene (o servizio).

Sebbene risulti semplice esprimerla in un mercato in condizioni di concorrenza perfetta (situazione che verrà descritta più avanti), che è una situazione ideale, essa sarà applicabile anche in situazioni differenti che descrivono una condizione reale.

Il prezzo e la domanda

Intendiamo per domanda, la quantità di un certo bene che l'insieme dei potenziali acquirenti (i consumatori) è disposto ad acquistare ad un certo prezzo.

E' intuitivo capire che se, in una determinata situazione di mercato, più il prezzo di un determinato bene è alto, più la domanda di quel bene ( ossia la quantità di quel bene che i potenziali acquirenti sono disposti ad acquistare a quel prezzo), a quel certo prezzo, sarà bassa (e ovviamente viceversa).

Tornando al nostro esempio delle spremute di arance: quanti saranno i consumatori disposti a pagarle 50 centesimi? Quanti saranno disposti a pagarle 75 centesimi? E quanti 1 euro? E' evidente che più è alto il prezzo delle spremute, meno acquirenti sarà possibile trovare.

La relazione tra prezzo e domanda non è comunque una relazione definibile da una ben precisa legge matematica. Ma si può comunque dire che è una funzione che mostra come al crescere del prezzo la domanda cala. Il prezzo rappresenta dunque la variabile indipendente, la domanda rappresenta la variabile dipendente.

Sarà certo possibile rappresentare questa relazione graficamente in modo qualitativo. Sarà inoltre possibile vedere come tale relazione cambierà al cambiare di diverse condizioni presenti sul mercato.

Un obiettivo dell'analisi del mercato sarà quello di definirla in modo quantitativo quanto più preciso possibile. Essa dovrà rispondere alla domanda: "quanti beni di un certo tipo si acquisterebbero a un certo prezzo, in una determinata situazione di mercato?"

Il prezzo e l'offerta

Intendiamo per offerta, la quantità di un certo bene che l'insieme dei venditori è disposto a vendere ad un certo prezzo.

E' altrettanto intuitivo capire che se, in una determinata situazione di mercato, più il prezzo di un determinato bene è alto, più l'offerta di quel bene ( ossia la quantità di quel bene che i potenziali venditori sono disposti a vendere a quel prezzo), a quel certo prezzo, sarà alta (e ovviamente viceversa).

Tornando al nostro esempio delle spremute di arance: quanti saranno i produttori disposti a venderle a 50 centesimi? Quanti saranno disposti a venderle a 75 centesimi? E quanti a 1 euro?

Vendendole a 50 centesimi coprirei giusto i costi variabili, nessuno sarebbe disposto a venderle per quella cifra.

A 75 centesimi, dovrei essere sicuro di venderne abbastanza per andare in pareggio, e comunque avrei magari un margine di guadagno molto piccolo.

A 1 euro sicuramente saranno di più i produttori disposti a farlo, e così via...

Quindi, potendo vendere le spremute a un prezzo più alto, più produttori saranno disponibili a farlo.

Anche la relazione tra prezzo e offerta non è comunque una relazione definibile da una ben precisa legge matematica. Ma si può comunque dire che a prezzi più alti corrisponde una maggior offerta. Il prezzo rappresenta dunque ancora la variabile indipendente, l'offerta rappresenta la variabile dipendente.

E anche qui sarà certo possibile rappresentare questa relazione graficamente in modo qualitativo, e sarà possibile vedere come tale relazione cambierà al cambiare delle diverse condizioni di produzione presenti sul mercato.

Anche qui l'analisi del mercato avrà l'obiettivo di definirla in modo quantitativo quanto più preciso possibile. Essa dovrà rispondere alla domanda: "quanti beni di un certo tipo si venderebbero a un certo prezzo, in una determinata situazione di mercato?"

La rappresentazione grafica dell'andamento della domanda e dell'offerta al variare del prezzo

Abbiamo visto che, in una determinata situazione di mercato, sia la domanda sia l'offerta, dipendono dal prezzo.

Il prezzo è quindi la variabile indipendente, la domanda, e l'offerta, sono variabili dipendenti.

In altre parole, in una determinata situazione di mercato,  il prezzo "comanda" la domanda e l'offerta.

Cominciamo con lo stabilire una "strana" convenzione. Siamo abituati che la normale convenzione in matematica è quella di mettere sull'asse orizzontale la variabile indipendente, e sull'asse verticale la variabile dipendente. Nella rappresentazione grafica della domanda e dell'offerta si fa invece di solito il contrario: il prezzo (variabile indipendente) lo si mette sull'asse verticale, la domanda e l'offerta (variabili dipendenti) si mettono sull'asse orizzontale:


Non c'è nessun motivo particolare perché venga rappresentato così, ma siccome è la convenzione universalmente adottata su tutti i testi di economia (sembra sia dovuta all'economista Alfred Marshall), anche qui ci atterremo alla stessa regola.

Le linee della domanda e dell'offerta rappresentano come queste quantità cambino al al cambiare del prezzo in una determinata situazione di mercato. Sottolineiamo le parole "in una determinata situazione di mercato", nel senso che il grafico rappresenta una sorta di  fotografia del mercato in una determinata situazione. Situazione che però può, nel tempo, cambiare, e allora le due linee si sposteranno. Vedremo poi come.

La concorrenza perfetta

Si ricordi anzitutto come è stato definito il mercato: "l’insieme degli operatori legati tra loro in determinati rapporti d’affari o, sotto altro aspetto, l’insieme delle operazioni relative a un determinato bene o gruppo di beni". Questi operatori sono i produttori e i consumatori.

La situazione di concorrenza perfetta è una situazione di mercato ideale, nel senso che le condizioni che la determinano non riescono mai a essere tutte contemporaneamente soddisfatte nel mondo reale, ma che se ipotizzate permettono di definire le leggi che regolano il mercato in maniera sufficientemente semplice.

Essa può essere rappresentata da una situazione i cui sono presenti le seguenti circostanze:

E' facile individuare alcuni di quei fattori che fanno sì che il mercato ben difficilmente possa trovarsi in condzioni di concorrenza perfetta:

Nella situazione reale pertanto, ci si troverà, in genere, al massimo, nella situazione di concorrenza quasi perfetta.

Lo Stato può intervenire, spesso su direttiva della Comunità Europea, con alcuni strumenti di regolazione del mercato, ad esempio imponendo la liberalizzazione dei mercati di alcuni servizi: si pensi alla separazione tra distribuzione e vendita di servizi energetici come gas e energia elettrica; o alla separazione di gestione delle reti e vendita dei servizi di telecomunicazione come per la telefonia fissa e mobile; o ancora alla introdotta possibilità dell'utilizzo della rete e delle infrastrutture ferroviarie, di proprietà di RFI, da parte di diversi operatori.

Alcune pratiche che portano a distorsioni della concorrenza sono vietate, tra queste la pratica del "cartello", in cui alcune imprese, operanti in regime di oligopolio, si accordano per alzare i prezzi, oppure il "dumping", in cui un'impresa vende sottocosto i suoi prodotti allo scopo di eliminare la concorrenza, o ancora l'abuso di posizione dominante, in cui una grande impresa, in virtù della sua posizione dominante sul mercato, riesce a impedire ad altre imprese di operare liberamente. Ma anche la pubblicità ingannevole può certamente essere vista come una pratica distorsiva della libera concorrenza.

La Comunità Europea inoltre garantisce che tutti i prodotti che rispondono a delle normative tecniche dette "armonizzate", ossia anche se sono emanate dagli Stati Membri, sono omogenee e recepite ai sensi di direttive europee, possono apporre il marchio CE ed essere liberamente posti in commercio isu tutto il suo territorio.

L'autorità statale che in Italia vigila sulla corretta applicazione delle regole del mercato è l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), nota anche come "Antitrust".

L'equilibrio tra domanda e offerta nella situazione di concorrenza perfetta

La legge della domanda e dell'offerta stabilisce che in una situazione di concorrenza perfetta il prezzo di mercato di un bene (o servizio) varierà sino a portarsi a un valore in cui la domanda di quel bene (o servizio) sarà uguale all'offerta di quel bene (o servizio). Si verifica pertanto una situazione in cui vi è un equilibrio tra il prezzo e la quantità di quel bene (o servizio) scambiato.

Vediamo di capire perché.

Una variazione di prezzo ci farà pertanto spostare sia lungo la  curva della domanda sia lungo quella dell'offerta.

domanda e offerta


Si vede pertanto che una variazione di prezzo da P a P' (nell'esempio una diminuzione di prezzo) porta a una variazione della domanda da D a D' (nell'esempio un aumento della domanda) e a una variazione dell'offerta da O a O' (nell'esempio a una diminuzione dell'offerta).

Si vede che le due linee che rappresentano la domanda e l'offerta si incrociano in un punto. Tale punto rappresenta l'equilibrio tra la domanda e l'offerta, e permette di identificare il prezzo di mercato di quel bene (indicato con Pm).

Ricordando che la massimizzazione degli utili si ha quando il prezzo di vendita eguaglia il costo marginale, l'interesse di un produttore è produrre proprio quella quantità di prodotti che fa sì che si verifichi tale situazione.

È evidente che nelle condizioni di concorrenza perfetta prima definite un produttore non è quindi libero di aumentare arbitrariamente il prezzo di vendita del prodotto in esame, in quanto i consumatori tenderebbero ad orientarsi altrove.

Un produttore che così facesse si troverebbe ad avere pertanto una certa quantità di prodotti invenduti, e sarebbe costretto a diminuire la produzione, con la conseguenza che ci si sposterebbe dalla condizione di massimo utile.

Se invece un venditore diminuisse il prezzo di vendita del prodotto la conseguenza sarebbe sì che un maggior numero di potenziali acquirenti si rivolgerebbe a lui e si troverebbe nella situazione di non poterli soddisfare (con una diminuzione dei ricavi dovuta al diminuito prezzo, e quindi a una diminuzione degli utili), e sarebbe costretto ad aumentare la produzione, con la conseguenza, anche in questo caso, che ci si sposterebbe dalla condizione di massimo utile.

GRAFICO

Il venditore, in condizione di concorrenza perfetta, non è quindi libero di modificare il prezzo di vendita. Con termine anglosassone dice che è un "price taker" (prende, nel senso che subisce, il prezzo).

Anche il consumatore, in condizione di concorrenza perfetta, non è quindi libero di proporre un differente il prezzo di acquisto. Anche il consumatore, in tali condizioni è un "price taker".

Quando l'offerta supera la domanda (stagnazione della domanda) si ha surplus di beni sul mercato, e i prezzi tenderanno a scendere.

Quando la domanda supera l'offerta (scarsità del prodotto) i prezzi tenderanno a salire.

i grafici mostrano due diverse situazioni:

L'elasticità della domanda al variare del prezzo

Per elasticità della domanda si intende la propensione della domanda a variare a seguito della variazione del prezzo.

Beni a domanda rigida sono i beni di prima necessità: una variazione del prezzo influirà di poco sulla domanda. Se il prezzo aumentasse, i consumatori, dovendo continuare a servirsi di quel bene, tenderanno ad acquistarlo comunque, diminuendo di poco la domanda dello stesso. Viceversa se il prezzo diminuisse, i consumatori, una volta soddisfatto il loro bisogno, non domanderanno più prodotti, e la domanda pertanto aumenterà di poco.

Beni a domanda elastica sono, ad esempio, i beni secondari, come ad esempio i beni che hanno dei succedanei (sostituti), o anche i beni voluttuari: una variazione di prezzo influirà molto sulla domanda. Se il prezzo aumentasse, i consumatori, tenderanno a non acquistarlo, dovendo prima soddisfare i bisogni primari.

L'inclinazione della curva della domanda dà un informazione sull'elasticità della domanda.

Ma attenzione! Detto così ci si aspetterebbe che un bene a domanda elastica abbia una curva di domanda a pendenza elevata! Si ricordi invece che il diagramma della domanda e dell'offerta ha convenzionalmente la variabile indipendente (il prezzo) messa sull'asse verticale: quindi una domanda elastica sarà rappresentata da una curva più "piatta" rispetto a quella di una domanda rigida che invece sarà rappresentata da una curva più "in piedi":



 L'elasticità della domanda è quantificabile con la seguente relazione:

elasticità della domanda =variazione percentuale della domanda / variazione percentuale del prezzo

Ricordiamo che la variazione percentuale del valore di una qualsiasi grandezza è data dalla relazione:

variazione percentuale di una grandezza = variazione assoluta della grandezza / valore iniziale della grandezza x 100 =

= (valore finale della grandezza - valore iniziale della grandezza) / valore iniziale della grandezza x 100

dove:

In simboli, se V0 è il valore iniziale e V1 il valore finale della grandezza in esame:

      ∆V         V1 - V0
∆V% = -- · 100 = ------- · 100
      V0            V0

Quindi in simboli, se E è l'elasticità

    ∆D%
E = ---
    ∆P%

Poiché però, come si è visto, ad un aumento del prezzo corrisponde in generale una diminuzione della domanda, ne conseguirà che in generale l'elasticità ha segno negativo:

Quindi quando si dice "domanda elastica", si intende che ha un valore grande in senso assoluto (se non consideriamo il segno meno: più grande di 1)

Per come è definita sopra, l'elasticità, matematicamente, non è proprio uguale alla pendenza della curva della domanda (se ci si riferisce al significato matematico di pendenza), ma è certo che la pendenza della curva di domanda dà un indicazione abbastanza precisa della sua elasticità.

Esempio:

Un certo oggetto viene venduto a 10 €, e a tale prezzo la domanda è di 1000 pezzi.

Se aumentando il prezzo a 11 € la domanda scenderebbe a 950 pezzi, quanto vale l'elasticità della domanda al variare del prezzo?

Se poniamo:

l'elasticità E vale:

E = ∆D% / ∆P% = [(∆D/D0)*100]/(∆P/P0)*100] = (∆D/D0)/(∆P/P0) = [(11-10)/10]/[(950-1000)/1000] = 0,1/ (-0,05) = - 2

Siamo quindi in presenza di domanda rigida.


Esiste una categoria molto particolare di beni (beni di Veblen) la cui domanda aumenta al crescere del prezzo (e quindi l'elasticità della domanda ha segno positivo): sono i cosiddetti "status symbol".

Un interessante tabella di diversi valori di elasticità della domanda per diverse categorie di beni si può trovare su una pagina in inglese di Wikipedia: https://en.wikipedia.org/wiki/Price_elasticity_of_demand#Selected_price_elasticities.

Le variazioni del mercato

Finora abbiamo visto come la domanda e l'offerta varino al variare del prezzo, e come, a seguito di questa variazione, ci si venga ad avvicinare, o ad allontanare, da quella condizione di equilibrio che è rappresentata dal punto di incrocio delle due curve che le rappresentano.

Una variazione di prezzo modifica dunque la domanda e l'offerta spostandosi sulle relative curve.

Ma se variano le condizioni di mercato, spostando le curve delle domanda e dell'offerta, si sposterà di conseguenza anche il punto di equilibrio, ossia il prezzo di mercato.

Nel grafico si vede, ad esempio, che se la domanda generale aumenta (per motivi che possono essere diversi) la relativa curva si sposta verso destra, e il prezzo di mercato a sua volta aumenta da P a P'.

Varie cause esterne possono far avvenire queste variazioni.

Ad esempio un generale cambiamento del reddito generale dei consumatori porta a far sì che la domanda generale di un bene possa cambiare. 

Normalmente se il reddito aumenta la domanda generale aumenta, ma c'è un'importante eccezione: il calare del reddito può aumentare la domanda generale dei beni di qualità inferiore, in quanto i consumatori non possono permettersi di acquistare beni di qualità migliore. Si parla allora di beni inferiori:

Si può allora vedere come il variare del prezzo di mercato di un bene oltre a far variare la domanda generale di quel bene, possa far variare anche quella di altri beni.

Un'altra importante causa della variazione della domanda generale è dovuta al cambiamento dei gusti dei consumatori, e alla moda: un'azzeccata campagna pubblicitaria può portare a un aumento della domanda.

Anche la curva dell'offerta può variare a causa di cambiamenti esterni.

Ad esempio:

Nel grafico si vede, ad esempio, che se l'offerta aumenta (per motivi che possono essere vari) la relativa curva si sposta verso destra, e il prezzo di mercato a sua volta diminuirà da P a P'.

Esempio/esercizio

Una malattia infesta le coltivazioni di riso: metà del raccolto va perso.

Monopolio, monopsonio, oligopolio, concorrenza monopolistica

La domanda nella situazione di monopolio

La situazione di monopolio (un unico produttore di un certo bene) è evidentemente una situazione in un certo senso opposta alla situazione di concorrenza perfetta.

Il produttore sarà in grado di stabilire il prezzo del bene, ma la domanda continuerà ovviamente a dipendere dal prezzo, secondo la legge della domanda: se il produttore aumenterà il prezzo del bene, la domanda scenderà, e viceversa.

In questo caso, con termine anglosassone, si dice che è il produttore un "price maker" (fa, nel senso che decide, il prezzo).

In una situazione di monopolio non ha evidentemente alcun senso invece tracciare la curva dell'offerta.

Il monopolista sceglierà il prezzo in modo da massimizzare gli utili. Aumentando il prezzo venderà meno prodotti, e viceversa. Dal prezzo dipenderà quindi la quantità di prodotti che si potranno vendere, e, a seconda della "forma" della curva della domanda, gli utili risulteranno massimi per un ben preciso prezzo.

Il ricavo R è dato dalla quantità di beni venduti Qv  per il prezzo P cui viene venduta la singola unità di prodotto:

R = P * Qv

GRAFICO CHE MOSTRA IL "RETTANGOLO DEL RICAVO"

Poiché la curva della domanda mostra come la Quantità venduta vari al variare del Prezzo secondo la funzione Qv(P) = P, sarà possibile indicare la sua inversa P = P(Qv), e ne risultà che è possibile conoscere il ricavo R in funzione della  Qv:

R = P(Qv) * Qv

che non è più una retta come nel caso di prezzo imposto dal mercato (situazione di concorrenza perfetta), ma una curva, in quanto il prezzo P non è più una costante.

La sua pendenza rappresenta il ricavo marginale RM, che nel caso di prezzo costante (concorrenza perfetta) è ancora, evidentemente, uguale al prezzo P.

La massimizzazione dell'utile si avrà quando le due curve (dei Costi e dei Ricavi) sono alla massima distanza, ossia quando il costo marginale eguaglia il ricavo marginale (essendo i costo marginali rappresentati dalla pendenza della curva dei costi e i ricavi marginali rappresentati dalla pendenza della curva dei ricavi).

GRAFICO

L'inflazione

L'inflazione è la tendenza generale dei prezzi, in una determinata situazione di mercato, ad aumentare.

Ci si riferisce in genere alla variazione percentuale annua dei prezzi: ad esempio affermare che in un certo periodo l'inflazione è del 5% significa affermare che l'aumento medio annuo dei prezzi è del 5%.

Ciò può essere determinato da diverse cause, non sempre facilmente determinabili.

Si può avere per esempio inflazione:

Il contrario dell'inflazione è la deflazione.

L'inflazione viene calcolata sulla base dei prezzi di un insieme di beni e servizi significativi detto "paniere". Tali prezzi sono rilevati,

Ogni anno l'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) calcola l'inflazione, e il dato che esprime è considerato il valore ufficiale della stessa. Potete andare alla pagina http://www.istat.it/it/archivio/inflazione per trovare dati aggiornati. Anche questo è un documento molto interessante: https://www.istat.it/it/archivio/226761


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Livio Colombo
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